lo so, qualcuno mi considera un mangiapreti. Forse ha ragione. Ma nei giorni scorsi non ho potuto non notare la coincidenza di due funerali. Piergiorgio Welby, Augusto Pinochet.
A Welby il vicariato di Roma ha negato il funerale religioso. La motivazione è lapidaria:
Per rispetto alla libertà stessa del defunto - scrive - si è deciso di non celebrare il rito del funerale religioso. L'atto compiuto deliberatamente da Welby era contro la concezione della vita che la Chiesa insegna... Sarebbe stato mancare di rispetto alla libertà di quell'uomo fare finta di niente. E pretendere, con la celebrazione di un rito, di rendere tutto uguale. Fonte: Radio Vaticana.
Ora ... non sta a me decidere se una persona che decide volontariamente di smettere di essere curato per una gravissima malattia sia contrario alla concezione della vita della chiesa.
Ritengo inoltre che la chiesa, in quanto libera associazione religiosa, possa decidere autonomamente i propri criteri di ammissione.
Salta però agli occhi il fatto che, a Santiago del Cile, il Cardinale Francisco Javier Errazuriz ha tranquillamente celebrato il funerale di Augusto Pinochet, sanguinario dittatore che si è macchiato di crimini contro l'umanità. A questo punto la domanda sorge spontanea: il comportamento di Pinochet è da considerare non contrario alla concezione della vita che la chiesa insegna? Il comportamento di Welby (chiedere di morire alla fine di una malattia terminale) è moralmente ed eticamente più grave che massacrare un'intera nazione?