Venerdì e Sabato scorso ho partecipato al terzoSummit Italiano di Architettura dell'Informazione, a Forlì. Bell'evento, grazie al lavoro di Andrea Resmini, Dario Betti, Luca Rosati, Alberto Mucignat, Francesca Fabbri e agli sponsor, che hanno reso possibile l'evento in forma gratuita.
Al summit ho presentato, assieme a Davide Potente, un talk dal titolo "Quando i passeggeri progettano l'aeroporto: architettura pervasiva e design partecipativo". Davide ha pubblicato le slides su slideshare, mentre io ho pubblicato il paper (con riferimenti bibliografici) su Scribid. Delymyth ha gentilmente messo in onda i video di alcuni interventi.
Gli interventi che ho preferito
Per quanto riguarda gli altri interventi, ho apprezzato molto quelli di Renata Durighello, Francesca Marangoni, Stefano Dominici e Andrea Fiacchi e la keynote di Jim Kalbach.
Renata ha fatto uno studio sulle folksonomies con i bambini, piuttosto interessante [il video]. Francesca ha presentato una microarchitettura per i musei [il video ancora non c'è]. Stefano e Andrea un case study in cui, con poco tempo e risorse limitate, hanno fatto un buon lavoro nella creazione della manualistica di un servizio della pubblica amministrazione [il video]. Nella sua keynote, infine, Jim ha parlato di Commercial Etnography [il video], con delle slide molto ricche di informazioni.
Problemi e soluzioni
Confesso che gli interventi di Leonora, Luca e Maria Cristina mi hanno lasciato una sensazione di sospensione, come se avessero portato dei problemi, delle necessità, indicando però solo in parte le possibili soluzioni. Bisogna ammettere, però, che i loro interventi sono stati fra quelli che più hanno incontrato la curiosità del pubblico ed hanno aperto il dibattito. Una sensazione simile ho avuto nell'ascoltare l'intervento di Gian Piero Pescarmona, la cui presentazione è stata peraltro godibilissima.
Pervasive IA
L'ultima confessione: quando lessi il tema di questo summit, la pervasività, rimasi perplesso, temendo che ci si infilasse in un tema troppo di nicchia. Con il senno di poi devo ammettere che l'idea è stata vincente e che la prospettiva di provare a calare l'archittettura dell'informazione nel mondo fisico ha permesso di far germinare delle contaminazioni interessanti.