Quando
Martedì, 6 maggio si è tenuto il terzo incontro del Dolomiti Ux Book club.
Dove
Al Cafè de la Paix, a Trento facebook, foursquare.
Chi
Eravamo in otto: Francesca, che ha curato anche la logistica, Marco, che ha fatto da moderatore, Matteo - new entry, Nicola, Elsa, Dario, Daniela, ed il sottoscritto.
Cosa
Il libro di cui abbiamo parlato è Lean UX.
La mia valutazione
Il libro
Il libro non mi è piaciuto affatto, per una serie di ragioni:
- poco di nuovo rispetto a agile manifesto, lean startup, startup owner's manual;
- poca, pochissima ux, che viene ridotta a ui;
- l'idea che la ricerca è inutile è inaccettabile: se vuoi, limitati a fare wireframe e scrivere codice, ma non chiamarla ux;
- se non è ucd, non è ux, e nel libro di ucd c'è davvero poco
- se i wireframe sono dei mvp, allora Nielsen è agile;
L'incontro
L'incontro, invece, mi è piaciuto molto. Provo ad elencarne i motivi.
- Marco ha accennato alcuni metodi agili che sembrano molto interessanti
- Matteo ha fatto tre osservazioni molto pertinenti:
- stai sciallo
- sbagliare è ok, a patto che costi poco e che ti permetta di imparare tanto
- fai quello che puoi fare, che è meglio di tentare di fare quello che, in un determinato contesto, non si può fare
- È emersa, grazie alle osservazioni di Marco e Dario, l'importanza degli esperimenti: un approccio empirico che permetta di misurare quello che stiamo facendo. L'estrema difficoltà di misurare la ux, soprattutto in contesti waterfall, è un problema decisamente grosso
Negli incontri sta emergendo inoltre, in maniera ricorrente, il problema di relazionarsi agli stakeholder (committenti, ma anche sviluppatori o comunque persone non ux) che ritengono la ux inutile e costosa.
My two cents.