Ricerca - Elicitazione
La fase di elicitazione si propone di rispondere ad una serie di domande:
- Chi: chi sono gli utenti?
- Perché: cosa motiva gli utenti e gli stakeholder?
- Cosa: Cosa vogliono? Di cosa hanno bisogno?
- di quali informazioni? (i nomi)
- di quali funzioni? (i verbi)
- di quali risorse?
- quali problemi devono risolvere? (problem solving)
- quali decisioni devono prendere? (decision making)
- quali scelte devono fare? (choosability)
- Come:
- come è possibile scomporre un compito in operazioni?
- come scomporlo in sottoproblemi?
- come legare i passaggi in un percorso che porti alla soluzione del problema?
Finalità
Il fine di coinvolgere gli utenti nel processo di progettazione di una applicazione è quello di farne emergere i bisogni, le attitudini, le aspettative e i modelli mentali impliciti. Il coinvolgimento degli stakeholder ha finalità diversa:
- far emergere gli scopi di business del committente: perché si è deciso di (ri)progettare l'applicazione? Come si inserisce l'applicazione nel contesto e nella strategia complessiva della struttura committente?
- far emergere le conoscenze implicite degli stakeholder, soprattutto se questi possono essere identificati come esperti di dominio; quest'ultimo aspetto è estremamente importante nella definizione dell'architettura informativa, in quanto gli esperti di dominio sono i depositari delle informazioni e delle conoscenze che l'applicazione vuole rappresentare.
Approccio metodologico
Le fasi del processo
Il processo di ux può essere suddiviso in cinque fasi:
- esplorazione del dominio
- ricerca: elicitazione, estrazione della conoscenza
- sintesi: codifica, sistematizzazione, formalizzazione, generalizzazione, rappresentazione della conoscenza
- design: traduzione della conoscenza nel progetto
- test, validazione, verifica
Esplorazione
La fase di esplorazione è finalizzata a formulare una prima ipotesi sul dominio, e ad identificare utenti e stakeholder.
In questa fase, può essere opportuno adottare l'approccio della grounded theory, un processo investigativo induttivo in cui il ricercatore formula una teoria in merito ad un fenomeno attraverso la raccolta ed analisi sistematica di informazioni rilevanti [Pace (2004)].
La ragione alla base di questo approccio è di permettere al ricercatore di rimanere aperto a concetti e relazioni che emergono dai dati, e di non rimanere eccessivamente legato alle proprie assunzioni e pre-giudizi.
Campionamento
Il campionamento è finalizzato ad identificare i partecipanti della fase di ricerca. Il campionamento alla base della grounded theory è diverso da quello che ha luogo nelle analisi quantitative [Pace (2004)]: mentre il campionamento statistico è finalizzato ad ottenere un campione rappresentativo della popolazione il theoretical sampling è finalizzato a massimizzare le opportunità di esplorare i concetti emergenti.
I ricercatori selezionano i partecipanti in base alla possibilità di sviluppare nuove intuizioni o espandere e rifinire i concetti già abbozzati. Si tende pertanto a preferire partecipanti fra loro poco omogenei, al fine di ottenere una prospettiva più ricca del dominio. Nello stabilire la numerosità del campione vale il concetto di saturazione, che ha luogo quando nuove osservazioni non portano nuovi dati.
Se, in una analisi preliminare, sono stati identificati diversi ruoli, o protopersonaggi, e differenti contesti d'uso, diventa ragionevole immaginare un numero di partecipanti più ampio che nelle circostanze in cui la popolazione è più omogenea.
In letteratura si tende a considerare un range che va dalle 15 alle 30 persone. Qualora, per limiti di tempo o di budget, non si riuscisse a reclutare 15 persone, 5 o 6 partecipanti sarebbero comunque meglio di niente, fermo restando che i risultati sarebbero meno attendibili.
Ipotesi di accesso differenziale
Perché usare metodi di elicitazione fra loro diversi?
La ragione principale si basa sull'ipotesi di accesso differenziale [ Cooke (1999)]: differenti metodi di elicitazione possono far emergere tipologie di conoscenza diversi.
Diventa dunque necessario confrontare ed integrare il materiale che emerge da metodologie diverse.
Integrare metodi diversi
Molto spesso i diversi metodi possono essere utilizzati in una stessa sessione.
Ad esempio, è possibile osservare il partecipante, poi intervistarlo ed infine fare un test di usabilità del prodotto esistente, o di un prodotto concorrente, o dei wireframe o prototipo sviluppati fino a quel momento.
In questo caso, l'approccio può essere il seguente:
- una prima fase in cui i ricercatori osservano il contesto e le attività quotidiane, interferendo il meno possibile
- una serie di sessioni individuali, in cui i partecipanti vengono prima sottoposti ad intervista e poi al test di usabilità.
Le sessioni individuali durano dai 60 ai 120 minuti, a seconda della profondità dell'intervista e alla complessità del test di usabilità. Le sessioni di osservazione dovrebbero durare almeno un paio d'ore.
Codifica (rappresentazione)
Il fine della codifica è quello di rappresentare la conoscenza emersa, di documentare la fase di ricerca.
Nella codifica si mettono in atto due processi:
- astrazione: processo induttivo che, da un elemento particolare, permette di fare una generalizzazione
- decomposizione: suddividere il problema in parti (una tassonomia, l'identificazione dei compiti in un processo)
Tipologie di codifica:
La codifica può generare tipologie di materiale diverse:
- generazione di protocolli: il risultato grezzo della ricerca sono protocolli testuali, risultato di osservazioni o interviste
- generazione di modelli gerarchici, tassonomie, strutture ad albero.
- generazione di diagrammi: producono mappe concettuali, grafi di flusso (workflow), diagrammi di eventi, mappe di processi
- generazione di matrici: ad esempio le tecniche di repertory grid, che producono delle matrici che incrociano concetti ed attributi
- tecniche di sorting: producono delle liste di elementi, ordinate per importanza, per preferenza, o per altri attributi
Alcuni autori classificano i metodi di elicitazione in base alle tipologie di codifica che ne risultano.
Codifica preliminare
A valle di quelle metodologie che generano protocolli in linguaggio naturale, si analizza il testo attraverso la codifica aperta, che si propone di identificare le categorie e le proprietà (attributi) dei dati.
Una categoria (un concetto) diventa un elemento concettuale della teoria, una rappresentazione astratta di qualcosa che il ricercatore considera significativo.
Una proprietà (attributo) è una caratteristica o un attributo del concetto.
Categorie e proprietà sono astrazioni in quanto rappresentano elementi che ricorrono da fonti (partecipanti) diversi.
Theoretical coding
Il passaggio successivo consiste nell'organizzare i concetti emersi dal passaggio precedente, identificandone le relazioni.
La struttura che ne emerge costituisce il framework teorico, che serve come guida per l'eventuale ricerca ed analisi successiva, in maniera iterativa.
Validazione
La validazione è finalizzata a verificare la qualità e la correttezza dei risultati emersi. Nella validazione vengono valutati:
- consistenza: non vi sono conflitti fra i requisiti codificati
- fattibilità (feasibility): valutazione della possibilità di implementare i requisiti emersi
- tracciabilità: mantenere traccia del rapporto fra ciò che è emerso in fase di esplorazione e ricerca, la sua codifica nella specificazione, e l'implementazione nel design
Analizziamo ora le più importanti tecniche di elicitazione.