La categorizzazione

L'importanza della categorizzazione

La categorizzazione è una funzione cognitiva fondamentale nei processi di pensiero. È un processo fondamentale per la sopravvivenza di ogni animale, e naturalmente per gli esseri umani.

Le persone categorizzano il loro ambiente per molteplici ragioni [Anderson (1991)]:

  • raggruppano gli oggetti e le entità che hanno caratteristiche simili, e formano delle categorie in base a queste entità;
  • raggruppano gli oggetti e le entità che hanno funzioni simili, e formano delle categorie funzionali;
  • denominazione: le categorie permettono di dare lo stesso nome ad entità differenti, appartenenti alla stessa categoria.

La capacità di raggruppare gli elementi che incontriamo nell'ambiente ci permette di fare inferenze sulle loro proprietà, di interagire, di utilizzarli. Senza la capacità di identificare e categorizzare gli elementi, sarebbe impossibile apprendere, ragionare, prendere decisioni.

Vantaggi

I vantaggi cognitivi della categorizzazione sono molteplici. In termini di economia cognitiva, permette di massimizzare l'informazione minimizzando le risorse cognitive; in termini di percezione del mondo: grazie alla categorizzazione, il mondo non è percepito come un insieme indistinto di oggetti e di attributi, ma come un sistema in cui le entità rappresentano delle classi con una forte struttura correlazionale.

Teorie della categorizzazione

Nel corso dei decenni sono state sviluppate numerose teorie su come le persone categorizzano:

  • la teoria classica, che nelle forme più recenti viene definita teoria basata sulle regole (rule based)
  • la teoria dei prototipi
  • la teoria degli esemplari
  • la teoria basata sulle teorie (theory theory)
  • la teoria della simulazione situata di Barsalou
  • le teorie multiple.

La teoria classica

Secondo questa teoria, un concetto è caratterizzato da un insieme di attributi definenti, che sono le caratteristiche semantiche necessarie e sufficienti affinché qualcosa possa essere considerato un'istanza di un concetto [ T. Keane et. al. (2005)]. Il processo di categorizzazione consiste nel verificare se gli stimoli possiedono tutte le caratteristiche necessarie [ Gregory Ashby et. al. (1998)].

Secondo la classificazione di Gregory Ashby et. al. (2005) vengono rappresentate le caratteristiche necessarie e sufficienti e la decisione si basa accedendo a tali caratteristiche e verificando se sono rispettate.

Nella classificazione di W. Barsalou (2003), la teoria classica usa rappresentazioni modulari, amodali, decontestualizzate e stabili.

Critiche alla teoria classica

La teoria classica non riesce a tener conto di molteplici dati empirici:

  • concetti disgiuntivi, ovvero formati dalla congiunzione (or) di caratteristiche
  • casi ambigui
  • effetti di tipicità
  • somiglianza di famiglia

Le teorie dei prototipi e degli esemplari sono finalizzate a rispondere a queste critiche.

La teoria dei prototipi

Secondo la teoria dei prototipi quando le persone categorizzano un elemento, lo confrontano con dei prototipi, ovvero degli esemplari ideali, che contengono le caratteristiche più rappresentative della categoria.

Un elemento può appartenere ad una categoria anche se non ha tutte le caratteristiche del prototipo. Sarà però un elemento non prototipico. Ogni categoria è rappresentata dal suo prototipo, ed il processo decisionale si basa sulla similarità tra gli stimoli e la rappresentazione mnestica del prototipo.

Il prototipo memorizza soltanto le caratteristiche salienti, che hanno una sostanziale probabilità di occorrere fra le istanze del concetto. Un concetto non è rappresentato in base ad una lista di condizioni necessarie e sufficienti; è, piuttosto, una misura di tendenza centrale delle proprietà delle istanze.

Limiti della teoria dei Prototipi

Uno dei limiti dei prototipi è che non riescono a rappresentare la correlazione fra attributi. A volte, però, la tipicità di un elemento è legata a questa correlazione.

Ad esempio, essere in montagna, essere al mare, avere impianti di risalita e avere la spiaggia sono attributi tipici di una località turistica. Ma una località di montagna con la spiaggia non è tipica, e non lo è nemmeno una località di mare con gli impianti di risalita.

La teoria dei prototipi però non riesce a distinguere elementi la cui combinazione di caratteristiche è tipica da quelli la cui combinazione è insolita.

Teoria degli esemplari

Secondo la teoria degli esemplari una categoria è rappresentata semplicemente come l'insieme di rappresentazioni di tutti gli esemplari che appartengono alla categoria.

Il processo decisionale si basa sulla comparazione di similarità fra gli stimoli e la rappresentazione mnestica di ogni esemplare della categoria.

Le teorie degli esemplari tendono ad escludere processi di astrazione.

Da un punto di vista formale, questa teoria si differenzia dalla teoria del prototipo in quanto assume che la rappresentazione di un concetto consiste nelle rappresentazioni separate di un consistente numero di esemplari (istanze o sottoclassi).

Limiti delle teorie dei prototipi e degli esemplari

Anche la concezione di similarità delle teorie dei prototipi o degli esemplari è soggetta ad alcuni problemi.

Le relazioni di similarità fra un insieme di entità dipendono in maniera sostanziale dal peso relativo attribuito ai differenti attributi. Ma Tversky (1977) ha dimostrato come questo varia a seconda del contesto o del compito. Potenzialmente, poi, la lista degli attributi (o delle dimensioni) applicabili ad un oggetto o ad un insieme di oggetti è infinito, ed operazionalizzare la selezione degli attributi pertinenti è un compito non banale. Dunque queste teorie dovrebbero trovare delle spiegazioni relative all'attribuzione dell'importanza degli attributi nei vari contesti.

La teoria delle Teorie implicite

Una banconota da 50 euro stampata da un falsario, ma uguale, in tutto e per tutto, ad una banconota emessa dalla banca Europea, può essere classificata come una banconota? In base alle teorie dei prototipi e degli esemplari sì, in quanto la banconota falsa assomiglia sia al prototipo di banconota da 50 che a tutti gli esemplari finora incontrati. Molte persone, però, risponderebbero che no, la banconota falsa non è una banconota, in quanto essere emessa dalla banca centrale Europea è una caratteristica essenziale per essere una banconota.

L. Murphy et. al. (1985), sostengono che gli individui hanno delle teorie implicite, dei modelli cognitivi esplicativi, che spiegano il mondo e contribuiscono a classificare gli oggetti.

La teoria della simulazione situata

La teoria della simulazione situata è stata proposta da W. Barsalou (1999). Secondo W. Barsalou (2003) nel concetto è instanziata la capacità di costruire rappresentazioni flessibili, adattate alle attuali necessità dell'agente e della situazione in cui agisce.

Un concetto è un simulatore che costruisce un infinito insieme di simulazioni specifiche [ W. Barsalou (2003)]. Le simulazioni comprendono informazioni in merito alla situazione, agli scopi ed agli stati interni degli agenti. I concetti non sono organizzati in base alle tassonomie, quanto alle azioni situate, e le categorie sono prevalentemente ad hoc e dirette ad uno scopo [ W. Barsalou (1983)].

I concetti sono fortemente legati alla memoria episodica; la rappresentazione coinvolge specifici sistemi percettivi e motori.

I concetti sono situati, in quanto ad essere rappresentate non sono soltanto le loro proprietà astratte, ma anche le informazioni legate al contesto, agli scopi e agli stati interni (ad esempio emotivi) delle persone.

Sono dinamici, in quanto variano di volta in volta a seconda delle situazioni e degli scopi.

Classificazione e architettura dell'informazione

Dalla conoscenza dei processi cognitivi di classificazione possiamo identificare alcuni aspetti importanti nell'architettura dell'informazione.

  • in base alla teoria dei prototipi ci sono elementi facili da classificare, perché centrali in una categoria, ed altri difficili da collocare [ Rosch (1975)], e che diventano difficili da trovare;
  • la teoria degli esemplari sottolinea l'importanza della correlazione fra attributi;
  • secondo la teoria delle teorie la classificazione è legata ai modelli cognitivi degli utenti, generalmente impliciti [ L. Murphy et. al. (1985)];
  • la teoria della simulazione situata sottolinea come i concetti sono legati al contesto ed agli scopi degli utenti.
  • Gregory Ashby et. al. (2005) suggeriscono che gli individui adottano un approccio opportunistico alla cognizione, e dunque anche nella categorizzazione e nella formazione dei concetti.

Coinvolgere gli utenti

Il coinvolgimento degli utenti, con opportuni metodi di elicitazione, permette di far emergere le loro conoscenze implicite:

  • i concetti
  • gli attributi salienti - e, in parte, la loro correlazione
  • le categorie
  • il legame fra scopi, contesto e salienza degli attributi
  • le teorie e i modelli esplicativi e predittivi

Le relazioni tematiche

Carta penna e calamaio

Carta penna e calamaio è un modo di dire piuttosto desueto. Prendere carta penna e calamaio significa decidere di scrivere. Questi tre oggetti hanno, fra loro, una relazione tematica. Sono legati al tema dello scrivere. Ma che cos'hanno in comune, in termini di attributi, la penna e la carta? La carta è fatta di cellulosa, la penna a sfera è fatta di una pallina di metallo, una cannuccia che fa da serbatoio per l'inchiostro, e una struttura - generalmente di plastica - per l'impugnatura. Tassonomicamente, non potrebbero essere più diverse. Tematicamente, sono strettamente legate.

Relazioni tematiche: definizioni

Le relazioni tematiche legano oggetti, concetti o persone in base alla loro partecipazione in scenari, eventi o attività prototipici [Estes et. al. (2011)]. Nelle relazioni tassonomiche/categoriali, al contrario, le entità vengono raggruppate in base al fatto di avere proprietà ed attributi comuni.

Le relazioni tematiche hanno una funzione fondamentale nella cognizione delle persone, in quanto costituiscono uno dei meccanismi dell'organizzazione della conoscenza concettuale, e sono alla base della comprensione del linguaggio verbale. Si basano su legami temporali, spaziali, causali, funzionali, possessivi e produttivi. Generalmente intercorrono fra entità che, in uno stesso scenario o evento, svolgono ruoli complementari. Le relazioni tematiche costituiscono la base degli script. Nel tipico script del ristorante, fra concetti quali cibo, menu, vino, cameriere intercorrono delle relazioni tematiche. Sebbene il cibo ed il vino possano rientrare nella stessa categoria sovraordinata delle cose commestibili, cibo e menu, cibo e cameriere non hanno alcuna relazione tassonomica, ed il loro ruolo è complementare, diverso ma integrato nello scenario dell'esperienza "mangiare al ristorante".

Affordance

Le relazioni tematiche si basano su attributi relazionali e di complementarietà. Gli attributi relazionali sono quelli che costituiscono una interfaccia fra le due entità, oppure quelli che costituiscono una affordance.

Chi di noi, a scuola, non ha scritto sul palmo della mano? Magari lo facciamo ancora, se non abbiamo carta a disposizione e dobbiamo segnarci una cosa in fretta. La pelle del palmo della mano non ha nulla in comune con la carta: sono fatte di cose diverse. Però entrambe sono delle superfici che offrono (seppur con caratteristiche diverse) la affordance di poterci scrivere con la penna.

L'inchiostro ha la caratteristica di macchiare le superfici assorbenti, la carta ha la caratteristica di essere una superfice che può essere macchiata in maniera indelebile dall'inchiostro, e la penna a sfera è stata progettata per lasciare una sottile linea d'inchiostro sulla carta.
Caratteristiche complementari, che diventano affordance nel legame tematico dell'azione di scrivere.

Gli aspetti culturali.

Perché l'abbinamento pizza+cocacola è socialmente accettabile, mentre, ad esempio, carbonara+cocacola non lo è? Cosa rende la carbonara così diversa dalla pizza, nell'abbinamento con la bevanda? Tempo fa ho fatto questa domanda ai miei contatti su facebook. Le risposte sono state molte. Fra le altre, vorrei citare Sara:

non credo sia dovuto alle specifiche organolettiche della pizza con cui la coca non si abbina granchè, ma alla momento di consumo. La pizza è informale, allegra e nasce come street food; solo recentemente ha assunto una connotazione gourmet da abbinare con birre o vini particolari. Per cui la Coca le si adatta diciamo "per simpatia".

Come dice giustamente Sara, la pizza non è, intrinsecamente, più adatta ad essere accompagnata da una coca o da una birra. È il momento di consumo, ovvero lo scenario. La pizza è più tipica di uno scenario informale, dove ci stanno la birra e la coca mentre, almeno in Italia, non è accettabile la cocacola con la carbonara.

In un altro commento Enrico mi ha fatto notare che i tedeschi la pensano diversamente: carbonara (spliff) 1982 - YouTube

Spesso comprati insieme

Le relazioni tematiche possono avere un ruolo importante nell'architettura dell'informazione, soprattutto in un approccio orientato alle attività, e se nella fase di sintesi si è fatto un buon lavoro di concettualizzazione. Ma uno degli esempi più lampanti è la funzione spesso comprati insieme di Amazon. Se guardi un modello di tablet, Amazon ti suggerisce la custodia e la pellicola protettiva. Se guardi il corpo di una macchina reflex digitale, ti suggerisce gli obiettivi, la batteria di ricambio, la scheda di memoria SD e il flash esterno.

Conclusioni

Le relazioni tematiche sono meno note delle relazioni tassonomiche: meno studiate nelle neuroscienze cognitive, e di fatto poco citate nell'architettura dell'informazione. Ma in determinati contesti, le relazioni tematiche possono avere un ruolo importante nello strutturare un dominio informativo.

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Testi citati

Amos Tversky (1977). Features of similarity; Psychological Review
Anderson, John R (1991). The adaptive nature of human categorization; Psychological Review
Eleanor Rosch (1975). Cognitive representations of semantic categories; Journal of experimental psychology: General
Estes, Zachary and Golonka, Sabrina and Jones, Lara L (2011). Thematic thinking: The apprehension and consequences of thematic relations;
F. Gregory Ashby and W. Todd Maddox (1998). Stimulus categorization;
F. Gregory Ashby and W. Todd Maddox (2005). Human Category Learning; Annu. Rev. Psychol.
Gregory L. Murphy and Douglas L. Medin (1985). The role of theories in conceptual coherence; Psychological Review
Lawrence W. Barsalou (1983). Ad hoc categories; Memory and Cognition
Lawrence W. Barsalou (1999). Perceptual symbol systems; Behavioral and Brain Sciences
Lawrence W. Barsalou (2003). Situated simulation in the human conceptual system; Language and Cognitive Processes
Mark T. Keane and Michael William Eysenck (2005). Cognitive Psychology: A Student's Handbook;

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