Le funzioni esecutive
Le funzioni esecutive sono una famiglia di processi mentali top-down necessari quando agire in maniera automatica o abitudinaria non è adattativo.
Sono un insieme di abilità cognitive necessarie a guidare il comportamento verso uno scopo, soprattutto in situazioni non routinarie.
Le funzioni esecutive ci permettono di giocare con le idee, di pensare prima di agire, resistere alle tentazioni, e rimanere focalizzati sugli scopi.
Le funzioni esecutive ci permettono di
- definire gli scopi (perché)
- definire delle priorità
- pianificare (come)
- rappresentare i compiti da portare a termine
- selezionare ed utilizzare le informazioni rilevanti a supporto dei processi decisionali
- guidare l'esecuzione dei piani finalizzati agli scopi
- rimanere focalizzati e concentrati sullo scopo, sul piano, sul compito, inibendo stimoli e comportamenti divergenti e comportamenti abitudinari o stereotipati; resistere alle distrazioni e alle informazioni irrilevanti per il compito in corso
- valutare l'esecuzione dei compiti, in base ai piani e agli scopi
- muoversi da un compito all'altro (cambiare compito)
- adattare scopi, piani, compiti alle circostanze, ai mutamenti e agli imprevisti
- categorizzare ed astrarre gli elementi comuni di esperienze diverse
- gestire informazioni e situazioni nuove.
Le funzioni esecutive sono composte da tre principali componenti:
- inibizione (autocontrollo e capacità di non agire impulsivamente) e attenzione selettiva
- memoria di lavoro
- flessibilità cognitiva
L'autocontrollo
L'autocontrollo, o controllo inibitorio è la capacità di controllare l'attenzione, il comportamento, i pensieri e le emozioni e di inibire le predisposizioni automatiche e le distrazioni. È la capacità di ignorare alcune informazioni e prestare attenzione ad altre, in base allo scopo che stiamo perseguendo.
L'autocontrollo è alla base del comportamento orientato agli scopi: senza controllo inibitorio saremmo alla mercé degli impulsi, delle vecchie abitudini ed degli stimoli dell'ambiente. L'autocontrollo ci permette di restare focalizzati sul compito, evitare le distrazioni e le tentazioni.
La memoria di lavoro
La memoria di lavoro permette di tenere in mente, aggiornare e manipolare delle informazioni. È l'abilità di mantenere dell'informazione in uno stato attivo, facilmente recuperabile, e protetto dal rumore di informazioni distraenti, non pertinenti.
La memoria di lavoro è verbale e visuospaziale.
La memoria di lavoro è fondamentale per tutte quelle attività cognitive che si sviluppano nel tempo, e che richiedono di ricordare quello che è successo pochi momenti prima:
- comprendere il linguaggio scritto e parlato
- sistematizzare le informazioni
- tradurre delle istruzioni in un piano d'azione
- incorporare nuove informazioni in schemi preesistenti
- considerare delle alternative
- fare astrazioni cognitive
- tenere a mente gli scopi e i compiti correnti, e mantenere lo scopo al riparo dalle distrazioni (goal shielding)
La flessibilità cognitiva
È la capacità di abbandonare un set di informazioni (un modello mentale) e di attivarne uno differente, di disattivare e attivare diversi set di compiti o di modelli mentali, ed è la capacità di cambiare prospettiva:
- immaginare una scena da un altro punto di vista
- mettersi nei panni di un'altra persona
- aggiornare un piano
- cambiare opinione
- modificare gli scopi finali, gli scopi intermedi o i compiti che si rivelano sub-ottimali, sostituendoli con scopi alternativi.
Per cambiare prospettiva, è necessario inibire la prospettiva attuale e attivare nella memoria di lavoro una prospettiva diversa.
La flessibilità, dunque, si basa sulla memoria di lavoro e sulla capacità di inibizione degli stimoli o della rappresentazione attuale.
La flessibilità cognitiva è alla base della creatività, ed è il contrario della rigidità.